Paolo Scarnecchia - etnomusicologo - ''Nel loro insieme queste diverse espressioni sono le più affascinanti e originali forme di polifonia di tradizione orale dell'area euromediterrranea ...''
l'Iso-Polifonia albanese viene considerata "Patrimonio Culturale dell'Umanità" dall'UNESCO dal 2005.
L'Albanian Iso-Polyphonic Choir è stato fondato nel 1990 e i suoi componenti provengono da diverse regioni del sud, dove la tradizione orale polivocale è ancora ben salda nella realtà musicale degli albanesi. I componenti del gruppo sono profondi conoscitori delle diverse espressioni del canto polivocale tradizionale, in particolar modo quelle degli stili della Ciamuria e delle regione di Valona e Koriza. Va precisato pero, che si tratta di una formazione di cantori professionali scelti tra i migliori elementi di un gruppo storico di maggiori dimensioni "Ensemble nazionale di canti e danze popolari d'Albania". Per tale motivo la loro esecuzione risulta meno ruvida di quella amatoriale della gente comune e più precisa nell'intonazione e negli attacchi.
La polifonia popolare permea la vita culturale e sociale delle regioni meridionali, in particolar modo nelle aree montuose, ed è vissuta come un patrimonio collettivo di grande importanza. Per via delle sue radici arcaiche gli albanesi gli attribuiscono un origine millenaria.
Essa è stata tramandata oralmente di generazione in generazione ed è rimasta al riparo dalle varie influenze delle numerosi dominazioni che si sono susseguite in Albania. Analogamente a ciò che rappresenta il canto a tenore per la Sardegna, la polifonia albanese è simbolo di identità e bene culturale "immateriale".
Le aree d'espressione polivocale per eccellenza sono la regione adriatica a sud del fiume Shkumbin e quella ionica a sud del fiume Vjosa, corrispondenti ai due gruppi linguistici meridionali tosk e lab. Al interno di queste regioni troviamo quei tratti comuni che consentono di identificare distinti modelli formati e espressivi.
Quello tosk ha un carattere orizzontale e presenta due parti soliste che si muovono sul bordone ininterrotto, detto isso o kaba intonato da tre o quatro cantori sulla "e" chiusa avanzando prevalentemente per imitazione, la voce guida, marresi e la seconda voce, pritesi compiono ampi movimenti melodici e sono caratterizzate da un particolare procedimento di ornamentazione che consiste nel rapidissimo passaggio dal registro grave a quello acuto. Il cosiddetto yodel. Tra i principali centri vano ricordate le regioni di Berat, Koriza e Santiquaranta.
La polivocalità lab risponde invece ad una concezione "verticale" nella quale le parti realizzano successioni accordati alternando dissonanze e consonanze. Se già nel contesto mediterraneo, le tecniche del emissione vocale e della condotta delle parti della polifonia tradizionale albanese presentano caratteri originali. Lo stile lab è inconfondibile per le sue qualità musicali a cominciare dal bordone che ha un andamento sillabico e colori cangianti. Su questo baricentro si muovono lente e compate le tre parti: la prima presenta la frase melodica alla quale la seconda fa da contrapunto mentre la terza interviene solo a tratti, creando un amalgama armonico nel quale risaltano i diferenti timbri. Le tre voci soliste sono chiamate marresi, kthyesi e hedhesi ad indicare i loro ruoli dialetici, un gioco sonoro di presa, risposta e rilancio, ed agiscono prevalentemente nel registro acuto. La tradizione lab predilige le melodie pentafoniche ed è caratterizzata dal frequente impiego di intervalli armonici di seconda. La forza esspressicva del canto deriva non solo dalla potenza dell'emmissione ma anche dalla ricorrente presenza del vibrato. Nell'area lab i principali centri dell'espressione polivocale sono la regione di Valona, Tepelena e Argirocastro.
Solo al estremità meridionale dell'Albania la Ciameria che si estende per buona parte nel territorio greco dell epiro, l'espressione polivocale riprende l'andameto orizzontale che caratterizza l'area tosk e il cui bordone manifesta evidenti reminiscenze bizantine.
a volte e su richiesta star guest HYSNI NIKO ZELA
HUFFINGTON POST by Michal Shapiro (USA) - ''Although there is great dissent and discussion amongst those of us who attend WOMEX, (the European World Music Expo) about its inclusion of so many hybrids and pop manifestations, we always know that there will be a helping of something starkly ethnic that will please the most demanding purist ear. This time it was Hysni (Niko) Zela and the Albanian Iso-Polyphonic Choir.
The polyphony of Albania is one of the most hair raising and hauntingly gorgeous sounds made by the human voice. Strong words, but I stand behind them. I first heard this kind of music back in 1995 when I was putting together a compilation of music from formerly Soviet “satellite” nations. It sent me roving through what for me turned out to be Terra Incognita on multiple levels. I remember trying to get recordings from the State owned radio station in Tirana and coming up against a surprising language barrier; my English and French were of no use—either I had to speak Albanian or I had to speak ….Italian. Plus there were several layers of Albanian song, depending on the region. But at last I found a recording of a polyphonic group singing “The Legend of the Walled in Woman” and I knew I had found something precious and important. It literally sent shivers down my spine, and that does not happen often.
So here is my video, and excerpt from the concert. This choir is true to the tradition, and they sing magnificently. Mr. Zela looked blissed the entire time he was performing, he was most definitely “in the zone.” - video below -
FROOTS (UK) by Nick Hoobs - ''Albanian polyphony has particular harmonic characteristics and a certain warbling in the lead voice which makes it quite distinct from other European and Caucasian polyphonic traditions, and it's lovely. This snappily-named group of seven are dressed like folkloric imams (that's not a criticism) and sing (in Albanian and Italian) like, for want of a better comparison, angels. They're completely purist, no discernible modernisms. When they sing at their quietest and most intricately delicate, even my breathing seems an intrusion. Exquisite.''
JAZZITALIA (IT) by Vincenzo Fugaldi - ''Un quintetto vocale che ha dato un saggio del fascino e della complessità della polifonia albanese, una delle più suggestive dell'area mediterranea insieme a quelle sarda e corsa.''
ONLINE-JAZZ.NET (IT) by Gerlando Gatto - ''Il coro ci ha personalmente emozionati data la splendida vocalità di tutti i loro componenti e francamente avremmo preferito ascoltarli di più...''